Nato il 21 novembre 1966, Lorenzo Guerini è ministro della Difesa dal settembre 2019. Renziano, l’esponente lodigiano è stato presidente del Copasir.
Lorenzo Guerini è un politico italiano, ministro della Difesa dal settembre del 2019. È nato a Lodi il 21 novembre 1966.
Chi è Lorenzo Guerini, la biografia e la carriera del politico italiano
Nato a Lodi il 21 novembre 1966, Guerini si laurea in Scienze Politiche presso l’università del Sacro Cuore di Milano.
Dopo il servizio militare obbligatorio (1991-1992), si è congedato con il grado di Sergente di complemento. Poi inizia, ancora giovanissimo, la sua carriera politica.
Esponente della Democrazia Cristiana, è eletto consigliere comunale a Lodi. Passato al Partito Popolare, nel 1995 diventa il primo presidente eletto della Provincia lombarda, a soli 28 anni. Dal 2005 al 2012 sarà sindaco della città, sempre alla guida di una coalizione di centrosinistra.
Per questo suo ultimo ruolo incontra Matteo Renzi, del quale Guerini diventa fido consigliere, tanto che l’ex Primo ministro lo soprannomina “Arnaldo”, paragonando le sue capacità di mediatore a quelle di Arnaldo Forlani. Come molti esponenti della Margherita, nel 2007 entra a far parte del Partito Democratico.
Nel 2013 è eletto deputato, venendo riconfermato cinque anni più tardi. Il 14 giugno 2014 l’assemblea nazionale del PD approvò la sua designazione a vicesegretario in coppia con Debora Serracchiani.
Ministro della Difesa nel governo Conte Bis
Fra il 2018 e il 2019, durante il mandato del governo Conte I, Guerini fu presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR), un ruolo di garanzia che per legge spetta all’opposizione. Fino allo scorso settembre, quando entra nell’Esecutivo come ministro della Difesa, prendendo il posto di Elisabetta Trenta.
Moglie e figli, la vita privata di Lorenzo Guerini
Per quanto riguarda la vita privata del ministro della Difesa le informazioni a disposizione sono poche, frammentarie. Sappiamo che Lorenzo Guerini ha una moglie e tre figli, protetti con gelosia dai riflettori delle telecamere che inevitabilmente seguono un esponente del governo.
